venerdì 3 maggio 2019

ZAHA HADID paesaggi in movimento

Recensione di “ZAHA HADID, paesaggi in movimento” di Patrick Schumacher.
Dalla collana “La Rivoluzione Informatica in Architettura” diretta da A. Saggio.

Lo scopo del libro è mostrare le ascendenze predigitali dell’architettura digitale. E in questo senso il contributo di Z.Hadid si è rivelato importante in questa fase preistorica.
L a fluidità e la complessità erano già presenti nell’opera di Hadid prima dei nuovi strumenti digitali.
Negli anni ’80 Zaha Hadid rappresentava i progetti attraverso disegni e pitture di straordinaria bellezza.
Caratteristica dei suoi quadri era il LAYERING. Utilizzando elementi prospettici si riesce a dare profondità all’opera.
M a ritroviamo anche il CULTING e il MORPHING, ossia una concezione del piano come superficie manipolata.
Quando negli anni ’90 apparvero le prime modulazioni computerizzate si ebbe anche dello scetticismo.
Tra il tradizionale e il moderno si era inserito un ‘nuovo modello’: l’architettura parametrica, ossia l’uso di nuovi strumenti di moderazione tridimensionale.
Nonostante utilizzare il computer nei suoi ultimi progetti, Hadid riteneva che lavorare bidimensionalmente fosse fondamentale. Inoltre dice “io sono dell’idea che ne conferisca sufficiente trasparenza, che l’elaborato rimanga troppo opaco.”
La valutazione dell’opera di Zaha Hadid non dipendeva successo o meno dei diversi progetti ma dalla possibilità di essere considerati o meno manifesti di un nuovo tipo di spazio.
Il Vitra fire station o il Millenium mind zone vengono visti come la conquista di uno spazio prima impensabile di libertà costruttiva.
Esempio chiave è la casa Schroeder di Rietveld, alla base di nuove possibilità compositive che verrano poi sviluppate nella Vitra fire station. Considerato prima manifesto costruito da Hadid.

Perché chiamati MANIFESTI?
Perché violano in modo radicale le regole tipologiche e strutturali della loro epoca, proponendo operazioni compositive sconosciute.

Prima di Hadid, troviamo anche P. Eisenman. Soprattutto i suoi diagrammi trasformazionali che gli permettevano di intervenire su una serie di progressi modificazione di solidi geometrici fondamentali, anticipano il metodo utilizzato dai sistemi CAD di moderazione tridimensionale attraverso le operazioni booleane di intersezione, addizione e sottrazione.
Altro architetto che ha contribuito è B. Tschumi con il progetto per il Parc de la rilette a Parigi. Questo progetto è alla base del layering. Tuttavia i sistemi di riferimento spaziale per livelli, ossia la griglia di punti, la linea curva e il sistema di figure platoniche; risultano indipendenti gli uni dagli altri. Si compenetravano senza sovrapporsi, senza un tentativo di integrazione.
E stata Zaha Hadid  a realizzare questo tipo di continuità.

Ma quali sono i meccanismi usati da Z.H. nelle sue prime opere?

COLLAGE E  IBRIDAZIONE
Gli ibridi appaiono come interi omogenei, che non lasciano tracce delle singole forme usate per comporli (la “chimera”).

ASTRAZIONE
Comporta la perdita di validità delle tipologie familiari e consuete

ANALOGIE
Considerato motore di creatività. Per Zaha Hadid fonte principale sono i paesaggi, canyon, foreste…
La concezione di paesaggio artificiale è stata un’ipotesi di lavoro centrale nell’opera di Z.Hadid dall’Hong Peak in avanti.
Diciamo che qualunque cosa potrebbe offrire un ispirazione analogica. E molto spesso finisce per rappresentare il concetto del progetto: la Cardiff Opera House co e una collana capovolta, la Concert Hall di Copenaghen come un blocco di mosaico…

MECCANISMI SURREALISTI
Ovvero la capacità di tradurre il dinamismo e la fluidità della sua mano in strutture altrettanto fluide, il modo di passare da proiezioni prospettiche a distorsioni dello spazio alla frammentazione dello spazio stesso. Queste sono tutti procedimenti che rimandano ai surrealisti.

Nelle opere più recenti si nota la tensione verso un nuovo linguaggio organico.
Andiamo ad analizzarle velocemente.

MAXXI
Il progetto appare come un innesto urbano. Il primo passaggio è stato quello di creare dei flussi               di pareti parallele che convergono e si separano creando un sistema di spazi interni ed esterni. 
Il secondo passaggio è stato quello di differenziare le pareti di limitazione da quelle in posizione intermedia che dovevano essere alzata per diventare nervature portanti dei soffitti. 
Sia la circolazione interna sia quella esterna seguono il movimento della geometria.
Lo spazio espositivo non viene considerato in base agli oggetti da ospitare ma in base al flusso che viene concepito sia come motivo architettonico che come spostamento all’interno del museo.
Inoltre la figura della parete diventa congegno per l’allestimento delle opere in esposizione e non viene considerato come oggetto per dividere gli spazi.

MUSEO D’ARTE, GRAZ
Il progetto è nato a partire dalle linee altimetriche e si è poi sviluppata attraverso un gioco di simmetrie e deformazioni, ossia creando figure di cui poi si distorceva la simmetria.
L’edificio aggetta al di sopra della strada creando al disotto uno spazio flessibile publico e trasparente.
Da una parte la sua morfologia deriva dal contesto urbano, in quanto proietta la parte posteriore della struttura preesistente in avanti, dall’altro invece si è sviluppato a partire dalla logica strutturale pensile.

BIBLIOTECA NAZIONALE DEL QUEBEC, MONTREAL
Anche qui il volume riempi l’isolato urbano lasciando una piazza sull’angolo.
La struttura del corpo evidenzia la circolazione all’interno e attraverso l’edificio. Alla base troviamo il concetto principale basato sull’articolazione di uno spazio continuo che si apre in successione alle varie discipline del sapere contenute nelle diverse raccolte della biblioteca. Come un albero della conoscenza secondo un sistema lineare di ramificazioni dove vi sono anche incroci, sovrapposizioni e collegamenti. Ad esempio l’economia rappresenta un incontro e intersezione tra discipline umanistiche e scientifiche.

ONE NORTH MASTERPLAN, SINGAPORE
Il progetto per la prima volta applica all’articolazione di un intero quartiere cittadino il concetto di formazione paesaggistica. Il concetto di lieve ondulazione da un senso di continuità spaziale ormai raro nelle metropoli moderne. Inoltre pianificando le altezze e i volumi (alti, bassi, piccoli, grandi) si hanno due forze unificatorie: la griglia morbida e la fisionomia ondulata dei tetti.

PROGETTO PER LA SEDE DELLA BMW, LIPSIA
Il progetto presenta un punto centrale dove tutte le attività convergono e si separano. Questa strategia di pianificazione si applica sia alle persone sia ai cicli di produzione. Ciò è reso possibile grazie a una morfologia curvilineare che può incorporare una molteplicità di forme e di direzioni senza frammentarsi.

AMBIENTE ICE-STORM
Si tratta di un installazione per il museo delle arti applicate di Vienna.
Propone nuove tipologie di ambienti per la zona giorno e la zona relax. Vengono messe insieme e unite una serie di installazioni e componenti d’arredo. L’integrazione formale tra i vari elementi è stato possibile attraverso il morphing attraverso il quale i singoli elementi vengono racchiusi nella massa fluida d’insieme, diventando un intero corpo.

Z-SCAPE, ARREDI PER LA ZONA LOUNGING
Si tratta di un insieme compatto di arredi destinati ad ambienti pubblici e privati.
UFFICI E CENTRO MUSICALE DELLA BBC, LONDRA
Lo scopo è quello di creare un punto di riferimento territoriale che deve essere composto da due organi distinti: il centro musicale e il palazzo per gli uffici.
Il palazzo per gli uffici viene concepito come la montatura di una gemma, mentre il concetto alla base del centro musicale è quello delle masse ad incastro, come gli strati di una cipolla. Ciò significa che il volume complessivo contiene altri quattro d forma simile e a sua volta ogni volume ne contiene altri due.

CENTRO DI BELLE ARTI DEL CONNECTICUT

STAZIONE DEI TRENI AD ALTA VELOCITÀ, FIRENZE
Si tratta di creare uno spazio che raccolga eventi urbani a partire da una linea ferroviaria posta a 25m sottoterra. L’idea è quella di spaccare il terreno per mostrare la parte più interna della stazione come una linea tettonica di faglia.
A differenza di altri, in questo progetto, il modello digitale è stato fondamentale non solo per verificare le intuizioni bidimensionale ma come mezzo di esplorazione formale.

STAZIONE DEI TRENI AD ALTA VELOCITÀ, NAPOLI
Questa stazione è concepita come un ponte che passi al di sopra dei binari. L’obiettivo è dare espressività a un nuovo punto di transito e che posso fungere da nuova area comunale. Quindi un ponte che da una parte all’altra dei binari fornisca un collegamento pubblico urbanizzato.

GUGGENHEIM PROVVISORIO, TOKYO

MUSEO GUGGENHEIM TAICHUNG
Inserito in un piano di sviluppo urbano che prevede due assi incrociati formando cosi una struttura organizzativa a un insieme di quattro edifici. Di fatti oltre al Guggenheim Museum vi sono l’Opera Nazionale, il municipio e il consiglio municipale. 
L’organizzazione  interna del museo riprende la configurazione urbana.
Il dinamismo e la fluidità della forma allungata suggeriscono ed enfatizzano la circolazione sia dentro sia intorno alla struttura.



L’occhio con cui Zaha Hadid crea architettura è sempre stato digitale, ovvero basato su deformazioni generate da spazi curvi, punti focali multipli ed angoli visivi estremi.

Fondamentale per Zaha Hadid e’ il rapporto tra architettura e paesaggio che, combinandosi assieme, portano a risultati inaspettati in termini di dinamismo delle forme.

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