lunedì 1 luglio 2019

INTERATTIVITA'

L'interattività al centro della ricerca architettonica

di Antonino Saggio


Perchè l'interattività è diventata al centro della ricerca architettonica che guarda all'informatica?

Bisogna affrontare il tema da diversi punti di vista:

- dal punto di vista storico (catalizzatore)

- dal punto di vista della teoria e della comunicazione (ipertesto)

- dal punto di vista della logica informatica (modello)

- dal punto di cista del rapido cambiamento dei sistemi di riferimento (tempo)

L'interattività come catalizzatore vuol dire che è l'elemento catalizzatore di questa nuova architettura dell'informazione, perchè al suo interno troviamo il sistema di comunicazione contemporaneo basato sulla possibilità di creare metafore, e quindi di navigare prima e di costruire poi sistemi ipertestuali. Perchè l'interattività pone al centor il soggetto invece dell'assolutezza dell'oggetto. Perchè l'interratività incorpora la caratteristica fondamentale dei sistemi informatici ossia la possibilità di creare modelli interconnessime mutabili di informazioni continuamente riconfigurabili e infine perchè l'interattività gioca con il tempo e indica una continua riconfguraione spaziale.

L'interattività dentro il mondo della comunicazione. l'ipertesto.

Mentre nel mondo industriale la parola chiave è stata a lungo oggettività, oggi abbiamo la narrazione. ciò significa che prima viene la storia da comunicare e dopo, dentro questa narrazione, si sviluppa il progetto. A questa componente narrattiva bisognava aggiungere l'interattvità perchè sempre più la comunicazione contemporanea è anche metaforica. quindi a un modo di procedere lineare si sostituisce uno per salti. E l 'ambiente comunicativo per salti è l'hypertesto attraverso l'html e internet.

I sistemi ipertestuali sono essi stessi ambienti creatori di metafore. Lo scopo non è solo quello di creare metafore predefinite (es. la produzione di un artista nel suo studio), ma quello di creare delle metafore mobili, personalizzabili (es. la creazione di scenari giocabili o visitabili attraverso l'utilizzo d'intelligenza artificiale. L'interattività spinge la comunicazione a un livello più alto, all'idea che possiamo essere noi stessi a creare le nostre metafore.

Passando al punto di vista della logica informatica, l'informatica è il paesaggio mentale di riferimento dell'architettura di oggi. Per paesaggio mentale intendiamo che la ricerca architettonica prefigura una sorta di contesto ideale in cui essa si colloca. L'architettura quindi prefigura questo paesaggio mentale assecondando elementi gia presenti nella realta, sviluppandone altri e incorporando modelli scientifici e simbolici. l'architettura trasforma questi modelli in interpretazioni spaziali. l'informatica si basa sulla caratteristica di costruire modelli mobili e interconessi. mobili perche cambiando un dato cambiano gli esiti.

Mentre l'architettura del rinascimento era umanizzabile, l'architettura industriale era industrializzabile, l'architettura di oggi tende ad essere informatizzabile. l'interettività comporta che l'architettura sia a immagine e somiglianza stessa dell'informatica. quindi continuamente modificabile e in trasformazione. Un ambiente che può reagire e adattarsi anche al mutare dei desideri degli utenti attraverso la creazione di scenari percorribili come fossero ipertesti.

ora per quanto riguarda l'interattività e il tempo, sappiamo come il tempo non sia una realtà oggettiva ma è dato in maniera diversa l'uno dall'altro. se si usa il tempo come comprensione dello spazio, capiamo come da un sistema di riferimento ad un altro vige la regola del salto, lo stesso salto ch troviamo alla base dei sistemi ipertestuali. (es. foglio curvo)

ora l 'interattività negli edifici può comportare non solo variazione configurazione e spazi al variare di desideri o di imput esterni ma creare anche dei sistemi di riferimento spazio-temporali. Insieme sistemi di interfaccia a finestre, sistemi di navigazione in tempo reale , sistemi ologrammatici, internet, diventa un densificatore e moltiplicatore di spazi e tempi. quindi si arriva alla conclusione che attraverso internet e l'interattività da un sistema inferiore si può avere proiezione di un sistema superiore. e pur essendo limitati a uno spazio-temporale tridimensionale è possibile avere idee di uno spazio a più dimensioni, usarlo immaginarlo e progettarlo.





Facciata del N' building, Teradesign Studio, Tokyo, 2009

NUOVA SOGGETTIVITA'

l'architettura tra comunicazione e informazione

di Antonino Saggio


Il saggio parte con una domanda 'qual'è l' architettura che verrà?

Stiamo vivendo una fase di accellerazione in questi anni, dove le parole computer e architettura sono solo gli strumenti per realizzare una nuova fase dell' architettura. Una rivoluzione informatica, che ormai è oggetto di riflessione di tutti gli architetti.

Per rispondere alla domanda però dobbiamo tornare indietro al 1926 e al 1997.

Nel 1926 viene innaugurata la nuova sede del Bauhaus, a Dessau. Importante perchè è il primo edificio che affronta completamente il nuovo paradigma industriale. Elimina qualsiasi idea di tipologia morfologica, di continuita strutturale, di morfologia urbana e di cattedrale intesa come carica simbolica e comunicativa attribuita all'architettura. Un eliminazioneimportante dal momento in cui nel primo programma della scuola vi era l'immagine di una cattedrale.

La scomparsa della cattedrale però rappresenta un aspetto decisivo, in quanto l'architettura moderna poteva rappresentare solo tautologicamente la sua stessa funzione. La forma finale era determinata da segni astratti senza significato, assemblati sulla base di regole sintattiche. Questo modo di procedere simulava il modo in cui le macchine erano concepite, progettate e costruite. Ma quando il sistema industriale è entrato in crisi, rientra quello che precedentemente era stato escluso ovvero il momento narrativo, simbolico e comunicativo dell'architettura.

L'inizio di questo processo ha avuto una anticipazione nel 1956 con il progetto di Jorn Utzon per la Sidney Opera House. In qunto rappresenta la rottura di un tabu. Utzon rompe con la seconda ondata liberandosi dal contetto di scatola per funzione, basandosi sul concetto di comunicazione.

Ma il processo ha preso piena importanza solo nel 1997 con il Guggenheim di Bilbao. associabile a una cattedrale dove la driving force è la comunicazione e la torre vista come simbolo di riconoscibilità.

Questo rientro della comunicazione all'interno di questa nuova fase dell'architettura è legato alla rivoluzione informatica. Ricordiamo come Alvin Toffleraveva suddiviso il nostro tempo in tre ondate legate principalmente alle diverse tipoligie di economia che le caratterizzava. A questa teoria ci viene in aiuto un semplice frutto. la ciliegia. L a ciliegia che compriamo al supermercato è costituita per il 90% di informazioni (ricerca, commercializzazione, distribuzione). Quindi informazione vuol dire anche narrazione, immagine design. Oggi si compra prima la narrazione poi la forma e si da per scontato che il prodotto funzioni.

Questo primo livello comunicativo è solo l'inzio. Il Bauhaus è importante perchè ci serve capire le caratteristiche che hanno portato a questo edificio non per duplicarle ma per cambiarne totalmente i parametri. Come fare in modo che l'informazione diventi l'essenza stessa dell'architettura.

Attraverso l'interattività.

MIXITE'

Mixité a Pittsburgh di Antonino Saggio

Questo saggio vuole indicare come il concetto di mixitè stia diventando una strategia d'intervento nell'affrontare i nuovi temi della città contemporanea nel passaggio dal mondo industriale a quello dell'informatica. illustrando come la città di Pittsburgh sia diventato un simbolo di questo processo e andando ad analizzare tre edifici con destinazione mista.

La città di Pittsburgh era una area triangolare delimitata dalla confluenza di due fiumi. Nel 18° sec costruirono in quell'area un forte. La situazione geografica e la presenza dei corsi d'acqua favoriscono i commerci e preparono il boom dell'industralizzazione. Da avamposto militare si trasformo nella iron city. Nel secondo dopoguerra del '900 abbiamo un modello di città fabbrica. tuttavia alla fine degli anni '40, arrivare al centro significava essere immersi in una fucina a cielo aperto. Per questa ragione la zona al di fuori del centro venne risanata e si ebbe la nascita di un quartiere di torri immerse nel verde.

La trasformazione più importante si ha negli anni '70 quando tutto il mondo dell'industria entra in crisi e questa crisi viene fortemente sentita dalla città di Pittsburgh: si trattò di fatti della perdita di migliaia di posti di lavoro, diminuzione della popolazione e chiusura delle fabbriche.

si procedette verso un modello terziario. La trasformazione da città industriale a città dell'informazione è avvenuta facendo leva sulle 7 università della città, sull'investimento in ricerche elettroniche avanzate. I n questo quadro negli anni '90 vi furono numerosi progetti sopratutto per le brown areas abbandonate dall'industria. la nuova trasformazione non solo fu dal punto di vista urbano ma anche nella trasformazione dei singoli edifici industriali in nuovi organismi.



La città nata dalla rivoluzione industiale era basata sullo zoning ovvero sulla divisione in aree omogenee: ciascuna zona era regolata e ottimizzata attraverso standard, densità, e tipi edilizi e veniva messa in catena con altre zone funzionalmente distinte. A un concetto di spazio era legato uno di tempo. In queste ore e in questi luoghi si lavorava, si svagava ecc.

La città dell'informazione invece ribalta questo approccio perchè al concetto di catena si sostituisce quello di rete. Perchè le reti diffondono, personalizzano, e invocano processi ibridi di vita e di progettazione. In questo concetto l'idea di zoning e di omegeneità funzionale perde di centralità.

Su questi criteri si è impostato lo studio liquid strips tenuto alla Carnegie-Mellon University, che proponeva una serie di progetti di Mixité su delle aree dismesse. I progetti quindi obbedivano a una precisa strategia di piano proposta dalla task force municipale. Dal punto di vista funzionale ciascun progetto doveva presentare 5 componenti: living, creating, infrastracture, exchange e rebuilding nature.








Appunti da una Lezione del Corso "Liquid Strips",
Antonino Saggio, Carnegie-Mellon University 2001
(D. Parker) in cui è sintetizzato il concetto di Mixité
attorno alle cinque macro aree Living, Infrastracturing,
Creating, Exchanging and Rebuilding Nature. I grafici
indicano le diverse percentuali di ciascuna attività a
seconda della forza trainante il progetto.

Lo scopo era quello di mirare a un progetto di Mixité e in particolare a centrare un concetto di driven force. con driven force s'intende la funzione prevalente, trainante del progetto.



Glass factory, Pittsburgh. Il fulcro in questo progetto era quello della fabbricazione artigianale del vetro. Attorno a questa funzione ruotano le aule didattiche, i laboratori, le aree di commercializzazione e di esposizione. Inoltre un certo numero di appartamenti per le persone che o fanno parte del centro o desideravano vivere in un ambiente dinamico. La funzione trainante diventa in questo caso il principio organizzativo, funzionale e formale insieme.



Davis&Gannon con Bruce Lindsey, Glass Factory. Pittsburgh, 2001.

Accanto alla glass factory sorge il Dance Alloy in cui la funzione prevalente era la danza. Anche qui un mix di funzioni era pensato attorno alla funzione principale.



Edge-Studio, Dance Alloy, vista sulla strada principale.
Pittsburgh, 2001.

Il terzo progetto è il Ellsworth Center è meno sperimentale dei precedenti, ma fa capire come i temi della mixitè ( in questo caso due piani commerciali su strada, e un misto di uffici e resedenze negli altri) cominciano a permeare molti interventi.



Arthur Lubetz Ass., Ellsworth Center, dettaglio.
Pittsburgh, 2001.



LECTIO MAGISTRALIS


Caravaggio dall'alto verso il basso



Partendo dalla vita di Caravaggio. Perche è un idea ottocentesca che per capire un artista bisogna partire dalla vita. Oggi la vita di un pittore si incarna nella sua pittura.

LA ROTTURA DELLA CORNICIE



"La chiamata di Matteo". Si va ad analizzare il dettaglio della finestra. Per il professor Saggio la cornicie rappresenta una password. L'idea della cornicie attraverso il quale si guarda l'architettura, la vita.

Questo dell'essere all'interno di una visione. Allo stesso tempo strumento in quanto telaio prospettico e idea mentale: il mondo si guarda attraverso una cornicie.

Brunelleschi e Masaccio hanno fatto questa invenzione che ha chiamato a una nuova rivoluzione dell'architettura e della pittura. Un architettura che doveva esprimere i concetti della prospettiva.

Caravaggio dipinge 3 finestre in tutta la sua vita. Sempre chiuse. Non c'è mai una che traguardi questa visione prospettica e in qualche maniera possiamo leggere la sua pittura come l'idea che queste cornici siano chiuse e rompiamo la cornicie prospettica. Nasce una viisione diversa.

Passiamo a un altro quadro, del 1600 che rompe alcune consuetudini. E' il primo quadro pubblico di Caravaggio. Si trova nella cappella di un cardinale francese. Concentriamoci su un altro dettaglio: la canestra di frutta sporge dal bordo di 3-4cm. E' un quadro aproaspettico che schiccia la visione sul piano.



Che significa? Per Caravaggio c'è un mondo espressivo e significativo che Saggio chiama 'in bilico'. Molte idee di Caravaggio sono in bilico, sono tra.

Altro quadro. Si tratta di una ricostruzione del Marini, perchè distrutto durante la seconda guerra mondiale. Questo quadro rappresenta uno dei punti fondamentali dell'architettura per il professor S., ovvero la modernità è quella che affronta la crisi e che in qualche maniera cerca di superarla trovando una nuova estetica.



Caravaggio in questo quadro osa troppo perchè dipinge questo quadro al centro. Viene immediatamente respinto, per la posizione, i piedi in primo piano, l'intreccio tra l'angelo che insegna e guida matteo... una serie di caratteri che portano allo spostamento del quadro. Questo rifiuto però spinge un artista di quella portata a riformulare il discorso richiesto dalla committenza. Caravaggio affronta la crisi profondamente e ridipinge il soggetto da capo. Guardiamo l'angelo che enumera in una posizione strana, è effettivamente appesso al soffitto, lo stesso matteo. Ma guardiamo la posizione di Matteo, di come si pone nello spazio, senza nessuna fermezza. E' in bilico, tra una situazione e l'altra. Così come Matteo, anche lo sgabello sta in bilico.

Il reale è soggetto a interpretazioni infinite, l'arte anche.

PROSCENIO. Altra password.

Una volta che si rompe la cornicie, una volta che posiziono i personaggi in bilico, ma dove si mettono? In un proscenio. Nella scenografia è lo spazio davanti al pubblico. Non vi è una scena prospettica dilatata. Caravaggio inventa il suo proscenio. Strumento fondamentale del proscenio è il fatto che si chiuda: c'è questo drappo che permette di chiudere; ma anche l'idea dei personaggi che 'balzano'. Sta con noi per il dolore, sta con noi grazie alla luce.



In questo quadro troviamo Anna Bianchini, un amica di Caravaggio, facilmente identificabile per i capelli rossi. E' certo che il quadro sia dal vero: Anna è morta, annegata e quasi sicuramente incinta.

E' un quadro che eleva il quadrato il Matteo rifiutato perche il rosso è il colore delle prostitute a Roma. E mai si era vista una madonna dai capelli rossi.

STRUMENTO IN CARAVAGGIO

Lo strumento per il prof. S. non è uno strumento ma è qualcosa che mette in crisi. Longhi scrive a proposito degli strumenti di Caravaggio. Longhi è parla della camera oscura e degli specchi.

Caravaggio ha due specchi. Uno piccolo e uno grande.

Caravaggio dipinge un quadro a Roma, nel gabinetto alchemico del "Cardinal del Monte", ambasciatore del granducato di Toscano.

L'ATTIMO



Il quadro di medusa gioca sull'attimo. Del Monte vuole mandare al granduca di Toscana uno scudo dipinto. E' il mito della Medusa che al 90% è una donna. Si tratta di un autoritratto. Caravaggio usa il suo specchio tondo, ma inventa l'attimo. L'attimo in cui nello scudo è riflesso il taglio della testa. E' riflesso nello scudo. E' l'attimo della morte.

IL FLASH

La luce non è una parola chiave perche la luce non si apre concettualemente. Caravaggio inventa il flesh. Lui ha bisogno di fermare l'attimo e le sue scene sono illuminate da veri e propri flash. Molto probabilmente questi quadri sono disegnati in camera oscura.








venerdì 3 maggio 2019

ZAHA HADID paesaggi in movimento

Recensione di “ZAHA HADID, paesaggi in movimento” di Patrick Schumacher.
Dalla collana “La Rivoluzione Informatica in Architettura” diretta da A. Saggio.

Lo scopo del libro è mostrare le ascendenze predigitali dell’architettura digitale. E in questo senso il contributo di Z.Hadid si è rivelato importante in questa fase preistorica.
L a fluidità e la complessità erano già presenti nell’opera di Hadid prima dei nuovi strumenti digitali.
Negli anni ’80 Zaha Hadid rappresentava i progetti attraverso disegni e pitture di straordinaria bellezza.
Caratteristica dei suoi quadri era il LAYERING. Utilizzando elementi prospettici si riesce a dare profondità all’opera.
M a ritroviamo anche il CULTING e il MORPHING, ossia una concezione del piano come superficie manipolata.
Quando negli anni ’90 apparvero le prime modulazioni computerizzate si ebbe anche dello scetticismo.
Tra il tradizionale e il moderno si era inserito un ‘nuovo modello’: l’architettura parametrica, ossia l’uso di nuovi strumenti di moderazione tridimensionale.
Nonostante utilizzare il computer nei suoi ultimi progetti, Hadid riteneva che lavorare bidimensionalmente fosse fondamentale. Inoltre dice “io sono dell’idea che ne conferisca sufficiente trasparenza, che l’elaborato rimanga troppo opaco.”
La valutazione dell’opera di Zaha Hadid non dipendeva successo o meno dei diversi progetti ma dalla possibilità di essere considerati o meno manifesti di un nuovo tipo di spazio.
Il Vitra fire station o il Millenium mind zone vengono visti come la conquista di uno spazio prima impensabile di libertà costruttiva.
Esempio chiave è la casa Schroeder di Rietveld, alla base di nuove possibilità compositive che verrano poi sviluppate nella Vitra fire station. Considerato prima manifesto costruito da Hadid.

Perché chiamati MANIFESTI?
Perché violano in modo radicale le regole tipologiche e strutturali della loro epoca, proponendo operazioni compositive sconosciute.

Prima di Hadid, troviamo anche P. Eisenman. Soprattutto i suoi diagrammi trasformazionali che gli permettevano di intervenire su una serie di progressi modificazione di solidi geometrici fondamentali, anticipano il metodo utilizzato dai sistemi CAD di moderazione tridimensionale attraverso le operazioni booleane di intersezione, addizione e sottrazione.
Altro architetto che ha contribuito è B. Tschumi con il progetto per il Parc de la rilette a Parigi. Questo progetto è alla base del layering. Tuttavia i sistemi di riferimento spaziale per livelli, ossia la griglia di punti, la linea curva e il sistema di figure platoniche; risultano indipendenti gli uni dagli altri. Si compenetravano senza sovrapporsi, senza un tentativo di integrazione.
E stata Zaha Hadid  a realizzare questo tipo di continuità.

Ma quali sono i meccanismi usati da Z.H. nelle sue prime opere?

COLLAGE E  IBRIDAZIONE
Gli ibridi appaiono come interi omogenei, che non lasciano tracce delle singole forme usate per comporli (la “chimera”).

ASTRAZIONE
Comporta la perdita di validità delle tipologie familiari e consuete

ANALOGIE
Considerato motore di creatività. Per Zaha Hadid fonte principale sono i paesaggi, canyon, foreste…
La concezione di paesaggio artificiale è stata un’ipotesi di lavoro centrale nell’opera di Z.Hadid dall’Hong Peak in avanti.
Diciamo che qualunque cosa potrebbe offrire un ispirazione analogica. E molto spesso finisce per rappresentare il concetto del progetto: la Cardiff Opera House co e una collana capovolta, la Concert Hall di Copenaghen come un blocco di mosaico…

MECCANISMI SURREALISTI
Ovvero la capacità di tradurre il dinamismo e la fluidità della sua mano in strutture altrettanto fluide, il modo di passare da proiezioni prospettiche a distorsioni dello spazio alla frammentazione dello spazio stesso. Queste sono tutti procedimenti che rimandano ai surrealisti.

Nelle opere più recenti si nota la tensione verso un nuovo linguaggio organico.
Andiamo ad analizzarle velocemente.

MAXXI
Il progetto appare come un innesto urbano. Il primo passaggio è stato quello di creare dei flussi               di pareti parallele che convergono e si separano creando un sistema di spazi interni ed esterni. 
Il secondo passaggio è stato quello di differenziare le pareti di limitazione da quelle in posizione intermedia che dovevano essere alzata per diventare nervature portanti dei soffitti. 
Sia la circolazione interna sia quella esterna seguono il movimento della geometria.
Lo spazio espositivo non viene considerato in base agli oggetti da ospitare ma in base al flusso che viene concepito sia come motivo architettonico che come spostamento all’interno del museo.
Inoltre la figura della parete diventa congegno per l’allestimento delle opere in esposizione e non viene considerato come oggetto per dividere gli spazi.

MUSEO D’ARTE, GRAZ
Il progetto è nato a partire dalle linee altimetriche e si è poi sviluppata attraverso un gioco di simmetrie e deformazioni, ossia creando figure di cui poi si distorceva la simmetria.
L’edificio aggetta al di sopra della strada creando al disotto uno spazio flessibile publico e trasparente.
Da una parte la sua morfologia deriva dal contesto urbano, in quanto proietta la parte posteriore della struttura preesistente in avanti, dall’altro invece si è sviluppato a partire dalla logica strutturale pensile.

BIBLIOTECA NAZIONALE DEL QUEBEC, MONTREAL
Anche qui il volume riempi l’isolato urbano lasciando una piazza sull’angolo.
La struttura del corpo evidenzia la circolazione all’interno e attraverso l’edificio. Alla base troviamo il concetto principale basato sull’articolazione di uno spazio continuo che si apre in successione alle varie discipline del sapere contenute nelle diverse raccolte della biblioteca. Come un albero della conoscenza secondo un sistema lineare di ramificazioni dove vi sono anche incroci, sovrapposizioni e collegamenti. Ad esempio l’economia rappresenta un incontro e intersezione tra discipline umanistiche e scientifiche.

ONE NORTH MASTERPLAN, SINGAPORE
Il progetto per la prima volta applica all’articolazione di un intero quartiere cittadino il concetto di formazione paesaggistica. Il concetto di lieve ondulazione da un senso di continuità spaziale ormai raro nelle metropoli moderne. Inoltre pianificando le altezze e i volumi (alti, bassi, piccoli, grandi) si hanno due forze unificatorie: la griglia morbida e la fisionomia ondulata dei tetti.

PROGETTO PER LA SEDE DELLA BMW, LIPSIA
Il progetto presenta un punto centrale dove tutte le attività convergono e si separano. Questa strategia di pianificazione si applica sia alle persone sia ai cicli di produzione. Ciò è reso possibile grazie a una morfologia curvilineare che può incorporare una molteplicità di forme e di direzioni senza frammentarsi.

AMBIENTE ICE-STORM
Si tratta di un installazione per il museo delle arti applicate di Vienna.
Propone nuove tipologie di ambienti per la zona giorno e la zona relax. Vengono messe insieme e unite una serie di installazioni e componenti d’arredo. L’integrazione formale tra i vari elementi è stato possibile attraverso il morphing attraverso il quale i singoli elementi vengono racchiusi nella massa fluida d’insieme, diventando un intero corpo.

Z-SCAPE, ARREDI PER LA ZONA LOUNGING
Si tratta di un insieme compatto di arredi destinati ad ambienti pubblici e privati.
UFFICI E CENTRO MUSICALE DELLA BBC, LONDRA
Lo scopo è quello di creare un punto di riferimento territoriale che deve essere composto da due organi distinti: il centro musicale e il palazzo per gli uffici.
Il palazzo per gli uffici viene concepito come la montatura di una gemma, mentre il concetto alla base del centro musicale è quello delle masse ad incastro, come gli strati di una cipolla. Ciò significa che il volume complessivo contiene altri quattro d forma simile e a sua volta ogni volume ne contiene altri due.

CENTRO DI BELLE ARTI DEL CONNECTICUT

STAZIONE DEI TRENI AD ALTA VELOCITÀ, FIRENZE
Si tratta di creare uno spazio che raccolga eventi urbani a partire da una linea ferroviaria posta a 25m sottoterra. L’idea è quella di spaccare il terreno per mostrare la parte più interna della stazione come una linea tettonica di faglia.
A differenza di altri, in questo progetto, il modello digitale è stato fondamentale non solo per verificare le intuizioni bidimensionale ma come mezzo di esplorazione formale.

STAZIONE DEI TRENI AD ALTA VELOCITÀ, NAPOLI
Questa stazione è concepita come un ponte che passi al di sopra dei binari. L’obiettivo è dare espressività a un nuovo punto di transito e che posso fungere da nuova area comunale. Quindi un ponte che da una parte all’altra dei binari fornisca un collegamento pubblico urbanizzato.

GUGGENHEIM PROVVISORIO, TOKYO

MUSEO GUGGENHEIM TAICHUNG
Inserito in un piano di sviluppo urbano che prevede due assi incrociati formando cosi una struttura organizzativa a un insieme di quattro edifici. Di fatti oltre al Guggenheim Museum vi sono l’Opera Nazionale, il municipio e il consiglio municipale. 
L’organizzazione  interna del museo riprende la configurazione urbana.
Il dinamismo e la fluidità della forma allungata suggeriscono ed enfatizzano la circolazione sia dentro sia intorno alla struttura.



L’occhio con cui Zaha Hadid crea architettura è sempre stato digitale, ovvero basato su deformazioni generate da spazi curvi, punti focali multipli ed angoli visivi estremi.

Fondamentale per Zaha Hadid e’ il rapporto tra architettura e paesaggio che, combinandosi assieme, portano a risultati inaspettati in termini di dinamismo delle forme.

martedì 9 aprile 2019

NUOVE SOSTANZE

L'Informatica e il rinnovamento dell’architettura

‘Progettare oggi in queste aree implica una profonda riconsiderazione della città e del suo funzionamento e apre nuove strade di ricerca estetica ed espressiva’

‘ibridazione tra natura, paesaggio e tecnologia’

Non si sa come cambieranno le carte in gioco. Certo il movimento moderno non immaginava manco lontanamente che Jørn Utzon avrebbe cambiato le regole di fare architettura, così come loro lo cambiarono a suo tempo.
Certo è che ci troviamo in un momento della nostra storia dove l’informazione e la tecnologia stanno avendo la meglio. Ciò nonostante come la storia ha più volte dimostrato una crisi porta a un cambiamento e il cambiamento porta a una evoluzione. E questo gli architetti lo sanno bene. Ormai è dato per scontato che un edificio si tenga in piedi o che assolva alle sue funzioni. Ma quello che adesso si cerca è una narrazione, una racconto. E questo Gehry e Libeskind, solo per citarne due, lo sapevano benissimo quando andarono a realizzare le loro due opere più conosciute.
Ciò non vale solo per l’architettura, ma anche per la pubblicità. Le pubblicità di oggi danno per scontato che il prodotto funzioni e di conseguenza lo raccontano sotto un altro punto di vista.

Nell’articolo “Nuove sostanze. L’Informatica e il rinnovamento dell’architettura”, A.Saggio pone l’accento su come l’informazione influenza l’urbanscape, la comunicazione e lo spazio inteso come sistema.
Che significa? Significa che in un mondo dove l’informazione è diventata l’elemento chiave  e dove le persone comunicano attraverso internet, la zonizzazione ovvero la suddivisione in zone omogenee, non è più pensabile in una società dove il melting pot ha la meglio.
Lo zoning non fa altro che limitare la possibilità di crescita.
‘Le aree dismesse rappresentano un campo fondamentale di opportunità’. L’ High Line rappresenta uno di questi. Certo, non si tratta di una area, ma di una infrastruttura che ha portato con se il recupero e la crescita di altre aree limitrofe.

A questo punto pongo l’attenzione su un nuovo centro dedicato alle arti visive, THE SHED, letteralmente ‘capannone’, inaugurato lo scorso 5 aprile a New York, come unione di questi elementi.
In un intervista Liz Diller dichiara:
“L’idea centrale di The Shed è la flessibilità […]. Non sappiamo come sarà l’arte del futuro, ma sappiamo che lo spazio è limitato. Dovevamo proteggerlo.”

Parole che sembrano presagire la fine di questa era dell’informatica. 

martedì 26 marzo 2019

L' '800 IN CRISI...

ARCHITETTURA E FIGURE RETORICHE

COMMUNICAZIONE MARSUPIALE

                  <— è la prima volta che l’ambito terziario diventa maggiore 
1956             rispetto al settore primario e secondario sommati assieme.

                  <— viene bandito concorso per l’ Opera House 

Quest’ultimo evento in particolare è un evento importante in architettura poiché rappresenta la rottura di un tabù. Il progetto è infatti governato da una idea di natura informale piuttosto che una corrispondenza tra forma e funzione. Il rapporto tra forma e funzione arriva come esplicazione del grande mito: la macchina.
E’ allora che l’architettura libera la forma dalla funzione.
E’ allora che la forza catalizzante diventa la comunicazione.


Se si chiede all’architetto neoclassicista ‘qual’è il tuo voler essere’ questo risponderebbe ‘rappresentare’ e dunque…

ESISTO IN QUANTO RAPPRESENTO
Ma che significa? Facciamo un esempio. Palazzo Barberini è rappresentazione del potere che si proietta non solo negli interni del palazzo, ma anche nella organizzazione degli spazi urbani. Piazza Navona non è concepibile senza il potere della famiglia Barberini.
Ora prendiamo in considerazione Palazzo Farnese. Palazzo Farnese in parte riesce a creare una piazza davanti, ma non riesce a connettersi con Piazza Navona.
Un caso non riuscito è Palazzo Barberini. Bisogna però capirlo non dalla salita e quindi dall’ingresso principale ma dalla fontana. La famiglia voleva organizzare la città dal Palazzo fino a Piazza Navona.

ESISTO IN QUANTO FUNZIONO

ESISTO IN QUANTO INFORMO

Il problema dell’architettura non è sfidare queste questioni che in qualche modo hanno una base storica, ma il COME

COME L’ARCHITETTURA PUO’ FAR PARTE DEL MONDO DELL’INFORMAZIONE?

Ci sono diversi modi di rispondere. Diversi come.
Uno è il mondo della comunicazione e delle figura retoriche.
Mentre il mondo legato all’industria tende a essere programmatico e legato alla matematica per una forma di linguaggio oggettivo, l’apparato delle figura retoriche si basa su una serie di meccanismi che non si basano sulla logica matematica, ma cerca di attivare sensazioni, comunicazioni.
Il sistema delle figure retoriche vive oggi nel campo della pubblicità.

Le figure retoriche sono la chiave per capire alcune architetture

Bilbao, Guggenheim di Gehry —> associabile alla cattedrale. Driving force COMUNICAZIONE, la torre come simbolo di riconoscibilità.
Museo ebraico di Libeskind —> tutto un processo che si muove in maniera comunicativa, simbolica.

Kiasma Museum of Contemporary Art, Steven Holl —> da una parte s’affaccia su una grande stazione romantica, dall’altra sulle strette vie della città antica. Una situazione urbanistica complessa e differenziata. L’architetto opera quindi attraverso delle tessiture, ma fa anche un salto metaforico, sovrapponendo la metafora del CHIASMA. E’ una sovrapposizione e diventa organizzatore spaziale.

LA TERZA ONDATA

IL RUOLO STRUTTURANTE DELLA INFORMAZIONE —>  LA TERZA ONDATA

Alvin Toffler, nel suo libro ‘the third wave’ sostiene come il nostro tempo sia diviso in tre fasi.
1° fase AGRICOLA, legata al bene terra
2° fase INDUSTRIALE
3° fase dell’INFORMAZIONE, legata alla produzione

Ma questa suddivisione in tre ondate ha un suo significato? Si, ma deve essere legata a un altro personaggio: Thomas Kuhn.

Negli anni ’60, Kuhn scrisse ‘la struttura della rivoluzione scientifica’, dove sostiene che per una certa fase storica si afferma una interpretazione del mondo che da la possibilità di operare fino alla nascita di nuovi fatti. Questo, in qualche modo, viene esteso ed è a quel punto che nasce una nuova concezione. Quel che lui chiama ‘SALTO DI CONOSCENZA’.
Facciamo un esempio: immaginiamo di avere un idea di terra piatta. Questa idea, della terra piatta, viene estesa ossia viene elaborata fino ad avere nuovi elementi che mi permettono di capire che la terra non è piatta. Di conseguenza si viene a creare un nuovo paradigma.

Un altro esempio?

NEWTON —> nascita della teoria della relatività —> EINSTEIN


Il salto di paradigma compenetra bene con il concetto delle ondate e porta con sé una serie di cambiamenti. Vediamone uno:
Chi erano i ricchi? non è del tutto scontato che il potere economico era legato alla terra. Più grande era il terreno più si era ricchi. Con la rivoluzione industriale i ricchi diventarono i detentori dei capitali d’industria. Oggi la ricchezza si è spostata dal grande latifondista al grande industriale!

Ma la maggior parte della popolazione deve essere legata alla produzione?
è chiaro che in epoca agricola era legata al bene agricolo, mentre una piccola parte era legata all’artigianato.

Mentre in epoca industriale gran parte della popolazione era legata all’industria, mentre in età odierna è legata al mondo dell’informazione.

INTERATTIVITA'

L'interattività al centro della ricerca architettonica di Antonino Saggio Perchè l'interattività è diventata al centro della ri...